giovedì 16 ottobre 2014

CENTO MODI PER MORIRE – Racconti di Bartolo Anglani (Stilo editrice)

Morti metaforiche, morti volontarie, omicidi, morti collettive, catastrofi, morti rituali, personaggi che decedono, che vengono meno, che periscono, che soccombono. Che muoiono nel corso della storia o che sono morti prima. Che muoiono per sbaglio, per colpa loro o per un attimo di cedimento. I racconti di Cento modi per morire spaziano dal quadretto familiare (mai idilliaco) all’invenzione di futuri possibili (in cui, per esempio, le idee sono bandite, o un vermetto vuole divorare l’universo). Uno stile sorvegliatissimo e una ricchezza lessicale a tratti vertiginosa rendono Cento modi per morire un libro colto e piacevole, intrattenimento e spunto di riflessione.

Bartolo Anglani ha insegnato Letterature Comparate all’Università di Bari e Letteratura Italiana in università statunitensi (Brown, Harvard) e francesi (Parigi, Besançon, Strasburgo, Grenoble). Ha pubblicato libri e saggi sull’autobiografia, su autori e filosofi del Settecento (Goldoni, Rousseau, Baretti, Diderot, Ortes, Alfieri, Verri, Parini), su Verga, su Leopardi, su Gramsci. Un suo romanzo inedito entrò in finale nel primo Premio Calvino (1985), e inedito rimase. Ha scritto testi per il teatro: Il fantasma di Arlecchino (1993), messo in scena dalla compagnia La DifférAnce diretta da Elvira Maizzani, e Viaggio al termine della Rivoluzione (2001), curato da Paola Martelli. La passione per la scrittura lo ha accompagnato per tutta la vita.

Nessun commento:

Posta un commento