Glass è un esploratore
e un cacciatore di pellicce che nel 1822 prende parte a una spedizione lungo il
fiume Missouri e i suoi affluenti: all'epoca quel territorio era di fatto,
selvaggio e minaccioso come solo la Frontiera sa essere. L'ultimo avamposto
americano, uno sperduto forte dell'esercito, è lontano una settimana di
cammino: il resto è territorio di caccia di Sioux tutt'altro che in buoni
rapporti con l'uomo bianco. E qui che Glass, separatosi dal gruppo per trovare
provviste, viene assalito da un orso. Vedendo in che condizioni l'ha ridotto
l'animale, i compagni si convincono che gli resta poco da vivere: il grosso
della spedizione procede nel suo viaggio, lasciando il trapper con due uomini,
John Fitzgerald e Jim Bridger, incaricati di vegliare le sue ultime ore. Ma il
destino sembra avere un conto in sospeso con il trapper: al terzo giorno di
agonia, i tre uomini avvistano un gruppo di guerrieri indiani. Fitzgerald e
Bridger, presi dal panico, abbandonano Glass, rubandogli le armi e il coltello.
Sembrerebbe la fine di Hugh Glass e invece è solo l'inizio. È a questo punto,
infatti, che Glass diventa il protagonista di un'incredibile odissea che
possiede la grandiosità della leggenda e la fondatezza della cronaca storica.
Intraprende un viaggio di tremila miglia, attraverso le condizioni più estreme,
sopravvivendo ai pericoli e alle minacce della natura e degli uomini, mosso
unicamente dalla più incrollabile delle volontà: quella di un uomo che cerca la
sua vendetta.
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