giovedì 17 dicembre 2015

Happy Different di Alessandra Peluso (iQdB Edizioni di Stefano Donno) a Bari presso lo Spazio del Sé



Happy Different di Alessandra Peluso (iQdB Edizioni di Stefano Donno) sarà a Bari presso lo Spazio del Sé in Via Pavoncelli 139 a Bari, domenica 20 dicembre 2015 alle ore 16.30. Dialogherà con l’autrice Jacqueline Gentile
HAPPY DIFFERENT: un modo diverso per essere felici, una felicità differente, o un differente modo di approcciarsi alla felicità. Quante possibilità ci presenta la vita, molteplici soluzioni: sta a noi scegliere quella più adeguata per renderci felici. Nella complessità dell'esistere, Alessandra Peluso afferma come il pensiero attraverso un excursus storico-filosofico sia un potente strumento per una vita consapevole. A sostegno di ciò, l'individuo, conoscendo il proprio Io e l'inconscio, diventa il protagonista della vita e non più la vittima; ecco allora, che, per scongiurare quest'ultima condizione, gli si offre l'opportunità di affidarsi alla consulenza filosofica, o al filosofo, o alla Sophia-Analisi e comprendere che ciascuno è artefice di se stesso. Attrae persone, crea relazioni benefiche solo se ha ben compreso quanto sia autorevole la mente umana. Sta a noi la scelta! Sta a noi trovare la risposta! Sta a noi essere Happy Different!!!

Alessandra Peluso è nata a Leverano (Lecce), filosofa, poetessa, critico letterario. Collabora con l'Università del Salento (Bioetica e Filosofia politica). Scrive per “Affari Italiani”, “Corriere Salentino”, e per la rivista "Filosofia e nuovi sentieri /ISSN 2282-5711". Amante della ricerca e del dubbio, del piacere epicureo e della bellezza dell'essenza e mai della superficie. In diverse pubblicazioni scientifiche si è occupata di Simmel e Camus. La prima raccolta di versi è “Canto d'Anima Amante” nel 2010 per Luca Pensa Editore a cui è seguita nel 2013 "Ritorno Sorgente" per LietoColle.

 iQdB edizioni di Stefano Donno  (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74
73107 Sannicola (LE)
Redazione - Mauro Marino
Editor – Francesco Aprile
Social Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo

mercoledì 16 dicembre 2015

HAPPY DIFFERENT (iQdB Edizioni di Stefano Donno) a Cavallino alla Biblioteca Comunale con Daniela Bruno



HAPPY DIFFERENT: un modo diverso per essere felici, una felicità differente, o un differente modo di approcciarsi alla felicità. Quante possibilità ci presenta la vita, molteplici soluzioni: sta a noi scegliere quella più adeguata per renderci felici. Nella complessità dell'esistere, Alessandra Peluso afferma come il pensiero attraverso un excursus storico-filosofico sia un potente strumento per una vita consapevole. A sostegno di ciò, l'individuo, conoscendo il proprio Io e l'inconscio, diventa il protagonista della vita e non più la vittima; ecco allora, che, per scongiurare quest'ultima condizione, gli si offre l'opportunità di affidarsi alla consulenza filosofica, o al filosofo, o alla Sophia-Analisi e comprendere che ciascuno è artefice di se stesso. Attrae persone, crea relazioni benefiche solo se ha ben compreso quanto sia autorevole la mente umana. Sta a noi la scelta! Sta a noi trovare la risposta! Sta a noi essere Happy Different!!!
Alessandra Peluso è nata a Leverano (Lecce), filosofa, poetessa, critico letterario. Collabora con l'Università del Salento (Bioetica e Filosofia politica). Scrive per “Affari Italiani”, “Corriere Salentino”, e per la rivista "Filosofia e nuovi sentieri /ISSN 2282-5711". Amante della ricerca e del dubbio, del piacere epicureo e della bellezza dell'essenza e mai della superficie. In diverse pubblicazioni scientifiche si è occupata di Simmel e Camus. La prima raccolta di versi è “Canto d'Anima Amante” nel 2010 per Luca Pensa Editore a cui è seguita nel 2013 "Ritorno Sorgente" per LietoColle.

iQdB edizioni di Stefano Donno  (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
Redazione - Mauro Marino
Editor – Francesco Aprile
Social Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo

martedì 15 dicembre 2015

Cella di Gilda Policastro (Marsilio). Intervento di Nunzio Festa



Tante volte sentiamo, oppur noi stessi pensiamo, o proviamo a imporci di non farci di dipendenza d'amore, d'affetti, ma la scrittrice Gilda Policastro, che tra le altre cose è fra le più critiche e acute firme della critica letteraria italiana, con "Cella" descrive un'avventura esattamente la prova dell'esistenza di presente contrario. Una giovane donna diventa l'amante di un uomo potente: medico stimato, ricco, impegnato infine giustamente in politica. Siamo sul calare degli anni Ottanta, quando la loro relazione, "incentrata su una sessualità ossessiva, talvolta brutale, non manca di dare scandalo in una piccola città in cui i ruoli sono già fissati da sempre, senza nessuna possibilità di riscatto". Ma il pervertito, perché di questo capiamo trattarsi, a un certo punto, per aver curato una brigatista in latitanza, lui stesso è costretto a nascondersi. E a quel punto la donna "si rintana in una casa di campagna, da cui esce molto di rado e quasi solo entro il perimetro del suo giardino, sentendo gli altri come presenze minacciose e la figlia stessa come un'estranea". La sua voce è dunque la voce del carcere volontario. Tanto che appunto la figlia con il figlio del pervertito, alla protagonista del romanzo daranno in soprannome di Cella. Lei si confessa. Dalle pagine il memoir abbiamo. Come se fossero righe destinate a uno psicologo, però. Niente d'infantile. Al contrario, troviamo il risultato d'una maturazione completa e totale. Poetessa e scrittrice, al suo terzo romanzo, Policastro prova a metterci in difficoltà. Anche con righe pure cariche di banali atrocità di sottomissione fisica e psicologica. Davvero un romanzo "ibrido", questo. Fatto da descrizioni d'amore assoluto e devozione della donna all'uomo suo, al suo padrone. Fino a orge e prostituzioni. Dove il dominatore comanda perfino quando è assente. Cella si mette insomma in un ulteriore isolamento geografico, come in un eremo. In spazi agresti fratelli del mare di solitudine mentale già provati dalla donna. In cerca forse di salvezza. Se davvero ne vuole.

mercoledì 9 dicembre 2015

Darkland di Paolo Grugni (Melville Edizioni). Intervento di Nunzio Festa






















Quando per esempio leggevo i romanzi di Paolo Grugni editi da Laurana ("L'odore acido di quei giorni e "La geografie delle piogge") "del" 'solito' Dadati, trovano nell'alto livello di letterarietà, e dunque nel talento dell'autore di scandire il processo narrativo fra sontuosa cadenza appunto quasi a virare verso il lirico e la rappresentazione genuina della psicologia del Personaggio, le doti maggiori dello scrittore milanese. Invece, oggi, dopo "L'antiesorcista" (Novecento Media, Milano, 2015) e adesso "Darkland", il germanista Grugni - che tra l'altro vive e lavora attualmente a Berlino - sappiamo della sua bravura nello sviluppare tesi attraverso però il codice del thriller, dove il mistero giustamente scorre ma facendosi forza nello sviluppo grazie a indagine, inchiesta; perché, appunto, gli angoli da passo saggistico sono sotto traccia. Dove il thriller storico si fa storia per mettere in guardia dai pericoli del futuro. Insomma Paolo Grugni con Darkland ci ricorda, innanzitutto, che il mito della Germania davvero denazificata è da dimentare. Come, certo, esistono rigurgiti di nazismo proprio in una società fatta dal suo popolo già inneggiante un capo dei capi - del quale si vantava. Ospite in quanto temporaneamente allontanato da casa dalla moglie in una casetta della Foresta Nera dei dintorni di Karlsruhe, il criminologo e docente appena sospeso pure dall'università dove insegna, Karl Jeryzick, trova le ossa di scomparsi 25 anni prima. Che con il poliziotto in pensione Arno Schulze diventeranno per una trentina di giorni l'assillo di mattine pomeriggi e notti di ricerche su ricerche. Con il ritorno di fatti riconducibili alle menti in fibrillazione di nazisti, ex nazisti e neonazisti. Tutta quella feccia, insomma che tra le altre cose da quell'epoca buia buia continua a ragionare anche intorno alla possibilità di sperimentare su carne e ossa viventi, sul sangue dei sempre vinti e vittime ancora: medicinali e comunque metodi chimici a sostegno/suffraggio delle loro assurde teorie. "Qual è l'annuncio sconvolgente che una potente organizzazione neonazista si accinge a fare il 20 novembre, in occasione del 70° anniversario del processo di Norimberga?". Diciamo soltanto d'andare a spulciare nuovamente la storia della Bayer. Per avere giusto qualche indizio. Epperò il salto di qualità del romanzo, a mio modesto avviso, risiede nella lettura alternativa alla vulgata del dna del nazismo. Grugni, attraverso soprattutto le conoscenze del suo protagonista Jeryzick, ricorda per esempio pure quanto e come il nazismo fu saccheggio e depredazione morale più materiale di tutto. Gli ebrei, per dire, furono in terra tedesca prima lasciati senza beni materiali e poi perseguitati con odio razziale passato alla popolazione che andava spesso verso l'inneggiare appunto Hitler, alla stregua di razza inferiore. Mentre i potenti del nazismo pensavo al contrario che gli ebrei erano allora migliori e più importanti di loro. In tutto ciò, altro aspetto normalmente tralasciato o comunque preso davvero in minima considerazione, in che maniera, assoluta direi, i nazisti si facevano e si fanno d'esoterismo.

giovedì 3 dicembre 2015

POESIE DA AFFRANCARE DALLA TRINCEA ALLE CARTOLINE: STORIE DI VERSI. INCONTRO CON PIETRO BERRA AL FONDO VERRI DI LECCE



Incontro con Pietro Berra. Domenica 6 dicembre 2015, Fondo Verri (Lecce, via Santa Maria del Paradiso 8). L’autore dialoga con Stefano Donno e Mauro Marino
La poesia come fonte di libertà, bellezza e memoria, fuori dagli schermi e, spesso, anche dai libri. E’ lo spirito che ispira tutta l’attività di Pietro Berra, sia come autore sia come curatore e promoter di rassegne letterarie. Domenica 6 dicembre alle 19 presenterà al Fondo Verri di Lecce i tre frutti più recenti della sua ventennale militanza poetica, maturati negli ultimi mesi: “Poesie in scatola”, ovvero scatole di porcellana dipinte dall’artista Alcide Gallani ispirandosi alla poesia inedita che ciascuna di esse custodisce al proprio interno, seme unico e prezioso; “Poesie dal fronte. Vite in versi di soldati semplici dalla Grande Guerra all’Afghanistan”, notevole raccolta di scrittura popolare, frutto di una ricerca ultradecennale, che documenta come la forma poetica sia stata utilizzata anche da non letterati durante tutte le guerre per rispondere all’esigenza profondamente umana di comunicare fatti ed emozioni al di fuori di ogni retorica; “La città visibile. Poesie da affrancare”, serie di testi ispirati a cartoline sull’evoluzione urbana del Novecento e stampati sul retro delle medesime, in un libro che ha il formato della cartolina maxi e le cui pagine si possono staccare e spedire realmente, così che il lettore diventa parte della performance poetica. In “Poesie dal fronte” è inserito, non a caso, anche un poeta soldato leccese, conferma della particolare attenzione che Berra ha da oltre 15 anni per il Salento, luogo dell’anima che ha ispirato tre delle sue raccolte poetiche, manifestazioni come il gemellaggio culturale tra i fari di Brunate (Como) e Santa Maria di Leuca (2010) e il reading di poeti delle città di frontiera italiane riuniti a Oltranto (2006), oltre a ricerche, articoli e incontri dedicati a Maria Corti e ai poeti salentini Salvatore Toma (di cui riuscì a far ristampare “Il canzoniere della morte da Einaudi promuovendo una petizione a livellonazionale), Antonio Verri, Claudia Ruggeri e Stefanio Coppola.
Pietro Berra (Como, 1975) è giornalista al quotidiano “La Provincia”, di cui cura l'inserto domenicale “L’Ordine”, pubblicazione che negli ultimi tre anni si è affermata come un’interessante eccezione nel contesto di crisi della stampa italiana: si mantiene felicemente in attivo scommettendo sui lettori forti, cui regala ogni settimana una selezione di brevi saggi su temi chiave della vita locale e globale affidati a grandi firme italiane e internazionali. In passato ha collaborato con i settimanali “Diario”, “Panorama” e “Oggi”. Ha pubblicato 15 volumi tra poesia, narrativa e saggistica e tre guide cineturistiche del lago di Como e della Lombardia. Promotore di rassegne culturali, è nei comitati organizzatori di ParoLario, Lake Como Film Festival, premio internazionale di letteratura “Alda Merini” e Grand tour poetico, manifestazione itinerante per la diffusione della poesia e della bellezza in Italia e nel mondo. Come poeta ha pubblicato le raccolte Un giorno come l’ultimo. In viaggio per le strade di Como e della mente (Dilogolibri, 1997), Poesie di lago e di mare (Lietocolle, 2004), Poesie politiche (Luca Pensa Editore, 2006) Notizie sulla famiglia (Stampa, 2008) e Terra tra due fari. Piccolo viaggio in Italia (Lietocolle, 2011), La città visibile. Poesie da affrancare (Lietocolle, 2015, con Francesco Osti) e il racconto in versi Disfattista! (Lythos, 2004), oltre a diverse plaquette per le edizioni Pulcinoelefante.