Un accorato pamphlet
per denunciare un caso di malasanità bolognese. Una cartina di tornasole per il
rapporto cittadino/burocrate. Una prosa imperdibile, capace di incalzare i
potenti. Due mattatori della parola al servizio della trasparenza, della
giustizia e del rispetto. Dall’autore di Danubio un’introduzione diffusa,
calzante ed emozionata. "Il linguaggio di Roberto Finzi è l’opposto del
Burocratese;è concreto, chiaro, specifico nei particolari, limpido nella
sintassi, esatto nella formulazione dei rilievi". (Claudio Magris)
Mirella Bartolotti è
stata la prima donna assessore (nella giunta bolognese del famoso sindaco
Dozza) a cui venne affidata la delega ai problemi delle donne. È ahimè venuta a
mancare nell’Aprile del 2015. Il prof. Roberto Finzi, (già autore, tra gli
altri, di L’onesto porco. Storia di una diffamazione, Bompiani, 2014, sempre in
coppia con Magris) marito di Bartolotti e ordinario di storia economica
all’Università di Bologna e di Trieste, ha seguito la sua degenza presso il
Policlinico Sant’Orsola di Bologna, riscontrando delle dannose leggerezze nel
trattamento. Per questo ha scritto e inoltrato un dettagliato esposto al
direttore della clinica. Non ricevendo risposta, il professore ha iniziato un
proprio iter legale in cerca di verità sulle cure ricevute da sua moglie in
sede ospedaliera. Recentemente, il Direttore Generale del Sant'Orsola è stato
rinviato a giudizio per aver omesso i dettagli sulla morte di un neonato,
avvenuta in regime di intramoenia nel 2014. Lo troviamo nel libro, sempre ad
omettere, traccheggiare e ritardare le risposte all’accorato professore, ponendolo
in una situazione kafkiana. Perché la donna è stata oggetto di un’anestesia
totale, benché ottantatreenne a rischio di complicazioni? Perché la paziente ha
sviluppato delle piaghe da decubito durante la permanenza in ospedale, le quali
sono state curate tardivamente e non correttamente segnalate nel diario
clinico? Perché al suo letto, il giorno del ricovero, non sono state applicate
sponde protettive, causando una dannosa caduta? Perché la donna è stata oggetto
di un degradante procedimento di contenzione, senza che la famiglia sia stata
preventivamente informata e senza aver effettuato una tempestiva visita
psichiatrica? Legittimi interrogativi a cui sarebbe stato sufficiente
rispondere con chiarezza e magari con uno «scusi, in questo caso abbiamo
sbagliato», ma questo, come moltissimi cittadini che si sono trovati in
situazioni simili sanno, in Italia, non è dato. La vicenda è sintomatica del
rapporto tra il cittadino e la burocrazia, come ben analizza Claudio Magris
nell’impeccabile introduzione. E Finzi si dota di tutte le informazioni per
svelare le inesattezze e le leggerezze dell'interlocutore, definendolo in
ultima battuta "un asino che si traveste da leone" come quello della
favola... Il professore veste ancora una volta i panni del mattatore, affinché
quello che ha vissuto sia conosciuto, discusso e risuoni come un lucido e
circostanziatissimo j’accuse alla faciloneria di chi detiene un qualche tipo di
potere sulle nostre vite.
ROBERTO FINZI (1941) è
professore fuori ruolo di Storia economica. Autore di oltre 200 lavori
scientifici e di numerose opere didattiche e di alta divulgazione, i suoi
scritti sono stati editi, oltre che in Italia, in Argentina, Belgio, Brasile,
Cina, Francia, Gran Bretagna, Giappone, Spagna e Stati Uniti. Per Odoya ha
pubblicato, nel 2015, Il globo puntiforme. Breve storia delle rivoluzioni nelle
comunicazioni.
CLAUDIO MAGRIS (1939),
germanista ed editorialista de Il Corriere della Sera, è uno dei massimi
scrittori italiani, animato e pervaso da un senso civile alto e acuto. Tradotto
in tutto il mondo e in ogni parte del globo studiato, analizzato e premiato. Il
suo ultimo libro è lo straordinario Non luogo a procedere (2015).
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