martedì 13 settembre 2016

La stoffa delle nazioni. Storie di bandiere di Bruno Cianci con la prefazione Alessandro Marzo Magno (Per Odoya in libreria dal 29 settembre 2016)
























Secondo una leggenda s’iniziò a venerare la mezzaluna come simbolo dotato di poteri magici dal IV secolo a.C. in avanti, e più precisamente dal 340 (o 341), anno in cui Filippo II di Macedonia, il padre di Alessandro il Grande, tentò di conquistare Bisanzio con il favore delle tenebre. Stando alla tradizione, un colpo di vento fece disperdere le fitte nubi che contribuivano all’oscurità e così la luce riflessa dalla falce di luna che campeggiava nel cielo bastò a rovinare l’effetto sorpresa degli in­vasori, rivelando il pericolo alle sentinelle bizantine e, forse, evitan­do la caduta della città. La vessillologia di rado si accosta a storie aneddotiche così affascinanti. Eppure, in questi dieci capitoli, le misteriose origini della luna crescente che si riscontra sulle bandiere di molti stati non sono le uniche interessanti. Nel capitolo dedicato alla bandiera rossa si scopre che durante lo storico sciopero di Merthyr Tydfil (Galles) gli operai minerari avessero usato una camicia tinta del rosso del sangue di un operaio malmenato dalla polizia come segno di riconoscimento, da lì la bandiera rossa venne assurta a simbolo delle lotte dei lavoratori. Non furono solo i sovietici e i maoisti ad appropriarsene, Hitler stesso, nel Main Khampf, lodava il colpo d’occhio che tale bandiera assume nelle manifestazioni, tanto che, con l’aggiunta del suo terribile simbolo, ne ha fatto in seguito l’icona del periodo più buio della storia. Come per la bandiera con la mezzaluna crescente a cui accennavamo, non si sa con certezza chi abbia utilizzato per la prima volta o addirittura creato ad hoc il Dannebrog ovvero la bandiera crociata scandinava. Quel che è certo è che, come per i miti nordici, l’antica tradizione orale racconta che questo vessillo sia “caduto dal cielo” come una benedizione, o come la neve... Le coniugazioni dei colori tradizionali compongono una gustosissima genealogia geopolitica che racconta la nascita degli stati nazione e gli ideali a cui essi si sono ispirati. Così per lo Union Jack, bandiera resa inconfondibile per scopi navali (commerciali) e che accosta simboli e colori Scozzesi e Inglesi. Spetta invece alla bandiera rivoluzionaria francese il primato europeo del più importante tricolore, da cui deriva anche il nostro stendardo nazionale. Per esempio il bianco richiama le insegne della combattiva Giovanna D’Arco... E così di bandiera in bandiera, di Paese in Paese, fino all’affascinante storia dei vessilli post coloniali dell’America Latina e dell’Africa. Un modo inedito di imparare la storia: conoscendo le identità nazionali e la loro colorata simbologia.

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